L’olivicoltura rappresenta da sempre uno dei pilastri dell’economia agricola regionale, soprattutto nell’area dell’Alto Tavoliere, dove esprime un profondo significato sociale, culturale ed economico. Anche al turista più distratto che percorre le principali vie d’accesso alla cittadina, appare subito evidente quanto il binomio “olivicoltura - territorio” sia inscindibile; insieme ai vigneti, gli uliveti caratterizzano profondamente il paesaggio agrario esprimendone la vocazione millenaria in quanto trovano nel nostro ambiente condizioni pedo-climatiche ottimali e massima espressione qualitativa dei
prodotti. Il comparto produttivo negli ultimi decenni è stato interessato da una crescente attività imprenditoriale che ha gradualmente favorito un’evoluzione strutturale anche grazie alla razionalizzazione della tecnica agronomica e all’innovazione tecnologica. La superficie investita ad oliveto nell’agro di Torremaggiore è pari a circa 3200 ettari (ultimo censimento Istat), valore che rappresenta il 15% della superficie agricola utilizzata, a fronte di circa 2000 aziende olivicole. Rispetto ai dati del precedente Censimento si riscontra un incremento del 28,5% in termini di superfici e del 20% in termini di aziende olivicole. La dimensione media dell’azienda olivicola torremaggiorese risulta estremamente ridotta (ha 1,6), mentre è esiguo il numero di aziende di medie - elevate dimensioni. L’evoluzione strutturale della nostra olivicoltura è, tuttora, fortemente condizionata dal permanere di un elevato numero di micro-oliveti condotti direttamente dai coltivatori proprietari. Le varietà di olivo coltivate nell’area Olivicola Provenzale”, sono la “Peranzana” (agro di Torremaggiore, San Severo, Serracapriola, San Paolo di Civitate, e parte di Chieuti, Apricena e Rigano Garganico) e la “Rotondella”, specie autofertile molto produttiva ma meno pregiata. La Peranzana è una cultivar conosciuta anche con il nome di “Provenzale” o “Permezana” la cui storia narra introdotta nel territorio dauno dai Principi De Sangro discendenti dei duchi di Borgogna; le particolari condizioni pedo - climatiche unitamente alla tecnica colturale locale, rendono il frutto e l’olio che ne deriva esclusivi con pregevoli caratteristiche organolettiche.
Nella nostra area olivicola la coltura è realizzata in massima parte con impianti specializzati a sesti regolari, anche se esistono ancora oliveti consociati a vigneti allevati a spalliera. Gli impianti sono coltivati sia con le moderne pratiche irrigue, sia in asciutto grazie alla buona resistenza in condizioni di siccità. La forma di allevamento classica (cioè la forma dell’albero) è il “vaso Sanseverese”, a impalcatura bassa, regolare a forma di cono rovesciato con 2 o 3 branche principali quasi orizzontali da cui partono branchette secondarie e fruttifere. Questa conformazione degli alberi è tipica degli oliveti dell’alto Tavoliere in quanto si cerca di favorire la massima esposizione alla luce, permettendo nello stesso tempo un elevato riscaldamento ed arieggiamento della chioma e permette una migliore protezione delle piante dai venti freddi di tramontana provenienti dal nord. Un oliveto di Peranzana produce per ettaro, in media, circa 50 - 60 quintali a fronte di una resa in olio medio - bassa (12 - 14% in peso). La quasi totalità delle olive destinata alla trasformazione in olio è lavorata nei frantoi locali. I 10 oleifici attivi presentano sia impianti di tipo “tradizionale” (che oltre a fornire il servizio di molitura per conto terzi, trasformano e commercializzano direttamente le produzioni), sia a ciclo “continuo” ad elevata capacità produttiva (anche opifici sociali) per produzioni anche industriali. Solo alcuni impianti sono dotati di un sistema di confezionamento, che costituisce un investimento indispensabile per valorizzare la produzione e la commercializzazione dell’olio con marchio proprio. Negli ultimi anni la struttura produttiva degli impianti è andata incontro ad un processo di ristrutturazione in quanto, grazie all’innovazione tecnologica, la campagna di lavorazione è diventata molto concentrata (solitamente 50 - 60 giorni). Per gli aspetti commerciale è opportuno ricordare che l’olio extra vergine d’oliva di Peranzana presenta nei mercati internazionali un posizionamento alto anche se, aldilà di una efficace programmazione, i nostri operatori sembrano tuttora orientati ad una vendita in forma sfusa del prodotto (per le note problematiche commerciali) mentre è ancora forte il distacco dalla cultura della “filiera corta” che registra un limitato numero di produttori - confezionatori in grado di valorizzare il prodotto e commercializzarlo con il proprio marchio aziendale. Infatti, oltre alle quasi totalità delle olive, anche una buona parte del nostro olio extravergine è destinato alle regioni dell’Italia centro - settentrionale come Toscana, Umbria, area del Garda, Abruzzo e altre che provvedono a confezionarlo e a commercializzarlo con il proprio marchio.
Caratteristiche distintive dell’olivicoltura dell’Alta Daunia
• Valore culturale, storico ed antropologico del sistema “territorio - ulivo”
• Funzione ambientale, tutela e salvaguardia delle risorse naturali e del paesaggio agrario
• Tecnica colturale a basso impatto ambientale (produzione integrata e/o con metodi da agricoltura biologica)
• Qualità intrinseca delle produzioni olivicole - olearie (caratteristiche merceologico - sensoriali)
• Forte contenuto di tipicità e tradizione delle produzioni
• Vocazionalità del territorio - monocoltura - duplice attitudine